Le auto elettriche con batterie agli ioni di sodio segnano una tappa importante verso la rivoluzione green nel mondo delle quattro ruote. Già negli anni ’70 erano iniziate ricerche e studi sugli ioni di sodio, ma erano poi state abbandonate per ostacoli all’epoca ritenuti insormontabili. Dopo più di cinquant’anni, grazie all’evoluzione della tecnologia e a maggiori conoscenze tecniche, sono nate le prime batterie al sodio, alternativa interessante rispetto alle più classiche batterie al litio.
Dalle prime sperimentazioni è emerso che questo nuovo tipo di accumulatore di ioni è molto più conveniente rispetto alle batterie utilizzate fino ad ora nel mondo automobilistico: il sodio è un materiale di cui si ha ampia disponibilità e reperibilità, anche ad un costo contenuto. Inoltre le procedure di produzione sono pressochè simili a quelle delle batterie al litio e questo permetterebbe di utilizzare gli impianti già esistenti oppure di effettuare adeguamenti e migliorie i cui costi non impatterebbero sulle politiche aziendali.
Abbiamo analizzato questa nuova tecnologia insieme a Matteo della Concessionaria Grignani.
Auto elettrica cinese sfrutta le batterie al sodio
La prima auto con batterie al sodio si chiama Sehol E10X ed è un prototipo di origine cinese, dotato di batterie da 25 kWh, con una densità di 140 Wh/kg e un motore da 61 cavalli. L’autonomia complessiva della city car è di circa 250 km con una sola ricarica, che viene effettuata in un tempo record di soli 15 minuti. Questo modello innovativo potrebbe segnare una vera e propria rivoluzione nel mondo delle auto elettriche, grazie anche al basso costo di vendita che a Pechino sfiora i 7000 euro. La Sehol nasce dagli studi portati avanti da Jac Motor e Volkswagen Anhui; la batteria è realizzata da Hina Battery ed è di tipo cilindrico.
Sehol E10X è una city car di 3,65 metri, perfetta per gli spostamenti quotidiani all’interno del perimetro cittadino. Nell’equipaggiamento di serie monta un touchscreen da 12,8 pollici e una telecamera a 360°. Il modello è destinato ad avere un buon successo anche nel mercato europeo: le batterie al sodio si pongono come un’ottima alternativa, anche e sopratutto in termini economici, alle più classiche batterie agli ioni di litio, tanto che la Hina Battery è già al lavoro per estendere la soluzione ad altre tipologie di veicoli, tra cui i camion e i motocicli.
Batterie al sodio: come funzionano?
Il futuro dell’auto elettrica è quello delle batterie al sodio: il loro funzionamento è simile a quello delle batterie al litio con il trasporto e l’immagazzinamento dell’energia in ioni, ma la nuova tecnologia sperimentata in Cina ha diversi vantaggi che devono essere tenuti in considerazione. Il sodio è, innanzitutto, più economico del litio ed è anche più facilmente reperibile: una caratteristica che permette di abbassare notevolmente i costi di produzione e di vendita. In secondo luogo le celle realizzate hanno una durata maggiore e non risentono delle temperature esterne, resistendo bene dai -20° ai 60°.
Tra gli svantaggi bisogna considerare la densità energetica, cioè quanti Watt/ora sono immagazzinati in un chilogrammo di celle: nel caso di batterie al piombo si parla di 40Wh/kg; mentre per il sodio il range è tra le 75 e le 165 Wh/kg. Negli anni ’70 fu questo uno dei maggiori motivi di abbandono delle ricerche sulle batterie al sodio, ma oggi il gap viene colmato dal fatto che questo tipo di batterie non è infiammabile e non è quindi necessario un contenitore corazzato che le protegga, andando ad aumentare ulteriormente il peso complessivo. Infine, rispetto ai primi modelli di batterie al sodio quelle di ultima generazione raggiungono già una densità quasi uguale alle loro “sorelle” al litio o al ferro. La Hina Battery, ad esempio, ha già lanciato tre nuove celle agli ioni di sodio, una cilindrica e due prismatiche, che si presentano con densità di energia pari a 140/145/155 Wh/kg.
Leggi anche l’articolo: Scoprire il Custode della Conservazione Digitale: Una Battaglia di Protezione dei Dati per le Generazioni Future